Le diverse fasi della storia del convitto
La fase Gesuitica
Il Collegio venne fondato dalla Compagnia di Gesù, meglio conosciuti come Gesuiti, sui luoghi della antica Badia di Grignano e su disegno dell’architetto milanese Giovan Battista Origoni (qualche documento parla di Giovan Battista Arrigoni e non di Origoni o Orrigoni sollevando così un problema di identificazione storica del personaggio).
La fondazione fu resa possibile da un cospicuo lascito a cui avevano contribuito il sacerdote F. Fazzi, il nobile L. Niccolai e soprattutto il Canonico F. Cicognini, al quale è appunto legato il nome del Convitto. Fra il 1692 e il 1715, il Collegio-Seminario svolse la sua attività nelle Case Nove in piazza Mercatale perché, per la lentezza dei lavori, i locali del Cicognini non erano ancora utilizzabili. Tuttavia nel 1715 i Gesuiti trasferirono definitivamente tutte le attività del Collegio nella sede attuale, sebbene i lavori non fossero ancora ultimati, che poi in realtà si protrassero per buona parte del XVIII sec.
Nel 1737 morì il Granduca Gian Gastone e con lui si estinse la dinastia medicea. La pace di Vienna (1738) pose fine alla guerra di successione polacca e Francesco Stefano di Lorena, marito di Maria Teresa d’Austria ottenne la corona granducale di Toscana. Il nuovo Granduca venne a Firenze il 30 maggio del 1739 e vi rimase solo per 3 mesi. Le responsabilità di governo vennero affidate nelle mani di alcuni primi ministri tra cui il Rucellai, il quale amministrò per conto degli Asburgo Lorena in maniera estremamente efficace.
Alla morte di Francesco Stefano salì sul trono granducale nel 1765 Pietro Leopoldo figlio dello stesso Francesco Stefano e di Maria Teresa; con lui iniziarono quelle grandi riforme che posero la piccola Toscana, almeno in alcuni campi, all’avanguardia in Europa. Nel 1773 papa Clemente XIV abolì la compagnia di Gesù con l’Enciclica Dominus ac Redemptor noster e il Granduca pose il Collegio sotto la propria tutela, che prese il nome di Imperiale e Reale Collegio.
Imperiale e Reale Collegio 1773-1862
La dinastia Lorenese dette grande impulso alle attività delle Collegio, perché di qui usciva buona parte della classe dirigente del Granducato. Pietro Leopoldo affidò la gestione ai sacerdoti secolari, in conseguenza della soppressione della Compagnia di Gesù, i quali si occuparono, sia dell’amministrazione, sia dell’organizzazione degli studi. Il governo granducale cedette poi al Collegio la Badia delle Sacca per farne la residenza estiva dei collegiali.
L’occupazione francese (1799-1812)
Durante le campagne in Italia di Napoleone, le truppe francesi occuparono la Toscana nel 1799 nei mesi Marzo Aprile. In tale occasione alcune aule del Cicognini vennero adibite a magazzini militari e gli stemmi e i simboli granducali rimossi. Durante l’epoca napoleonica non si ebbero significativi mutamenti. Tuttavia nel 1812 venne reso obbligatorio l’uso della lingua francese dell’amministrazione contabile e il suo insegnamento nella didattica.
Dopo la caduta definitiva di Napoleone (1814), Pio VII ripristinò la Compagnia di Gesù la quale cercò di rientrare in possesso di tutti gli istituti e dei beni da essa posseduti prima della soppressione, adottando spesso metodi più o meno leciti (1813-15).La morte prematura del Rettore Niccola Bertini, sospetta di avvelenamento, venne collegata ai tentativi da parte dei Gesuiti di rimettere piede nell’Istituto, ma tale tentativo risultò del tutto vano. I sacerdoti secolari continuarono ad amministrare il Collegio fino al 1859. Con la II guerra d’Indipendenza (1859) il Regno di Sardegna, grazie all’alleanza con la Francia sconfisse l’Austria e la Toscana con un plebiscito (12-13 maggio 1860) si unì al Piemonte e alle altre regioni dell’Italia settentrionale, dando così il via all’unificazione d’Italia. Il Granduca Leopoldo II fu costretto all’esilio.
Reale Collegio 1862-1882
Con un regio decreto del 23\10\1862, assunse il nome di Reale Collegio Convitto e da questa data fu nominato Rettore Giuseppe Merzario, che riformò l’ordinamento didattico e amministrativo del Collegio, e che lo inserì nell’ordinamento scolastico nazionale. Durante il suo rettorato fu convittore Gabriele D’Annunzio.
Regio Convitto Nazionale 1882-1950
La mutazione in Convitto Nazionale con un Regio Decreto del 29\7\1882 non modificò il quadro amministrativo ed educativo, conferitogli all’indomani dell’unità d’Italia. In questo periodo venne portato a termine il completamento dell’edificio, che tuttavia continuò a subire trasformazioni fino alla prima metà del 1900.
Il Secondo Conflitto Mondiale
Nel Dicembre 1943 alcuni locali del convitto furono occupati dalle truppe tedesche. Il 7 Marzo 1944 per sicurezza il convitto fu trasferito a Firenze ospite dei frati Barnabiti nella loro sede alla Querce. I Tedeschi occuparono il collegio fino al 14 Aprile 1944. Durante il conflitto il collegio subì più volte dei bombardamenti; quello particolarmente grave fu nel Luglio del 1944: molte schegge avevano colpito l’edificio provocando rotture ai vetri e danneggiandovene varie parti; in particolar modo il locale dell’infermeria era stato completamente sventrato. Dopo la liberazione di Prato, avvenuta nel Settembre dello stesso anno, il convitto fu occupato interamente dagli ufficiali e dai soldati Alleati. La requisizione del convitto da parte delle truppe Alleate terminò solo il 17 Giugno 1945. Da questo momento il collegio incominciò a riprendere le proprie normali attività.
Convitto Nazionale Cicognini, dal 1950 ad oggi
Dopo la proclamazione della repubblica con il referendum del 26\1946, nel 1950 assunse il titolo di Convitto Nazionale che conserva anche al momento attuale.